Unità nella Diversità:
Indonesia e Unione Europea
Di Giulio Damiani
30 Aprile 2024
Tempo di lettura: 7 minuti
English version below
I rapporti sempre più tesi tra la Repubblica Popolare Cinese e gli Stati Uniti d'America stanno creando un'economia globale polarizzata e instabile, caratterizzata dall’emergenza di blocchi commerciali frammentati (Donnan et al., 2023). Questa nuova configurazione internazionale è guidata dalla necessità di limitare le vulnerabilità strategiche – il cosiddetto ‘de-risking’ – che sono emerse a seguito della loro interdipendenza economica (Farrell & Newman, 2023). Trasferendo industrie strategiche lontano l'una dall'altra e vietando l'esportazione di tecnologie sensibili (Benson & Sicilia, 2023), le due superpotenze stanno contribuendo alla rapida frammentazione dell'ordine mondiale, basato sul multilateralismo e il commercio internazionale (Donnan et al., 2023).
Il concetto di 'de-risking' ha senso per le due più potenti nazioni al mondo. La loro principale paura è che una globalizzazione più intensa possa indirettamente accrescere l’esercito e l’economia del loro rivale, mettendo a rischio il loro ruolo da egemoni globali (Benson & Sicilia, 2023). Tuttavia, per le potenze medie intrappolate tra i due estremi di questa rivalità strategica, i benefici del ‘de-risking’ risultano minori rispetto ai costi. Entità politiche come l'UE, insieme a potenze emergenti come l'Indonesia, sono guidate da ambizioni nettamente diverse nell'arena internazionale. In virtù dei loro eserciti più piccoli e della loro minore influenza geopolitica, la prosperità economica per l'UE e l'Indonesia è principalmente associata a un'economia internazionale aperta, dove le dispute possono essere risolte pacificamente attraverso istituzioni globali e i costi delle transazioni possono essere notevolmente ridotti attraverso il commercio (Ikenberry, 2020). Sebbene le potenze medie tendano a seguire le politiche della superpotenza che garantisce la loro sicurezza militare o economica, è importante capire come possano e debbano impegnarsi per contrastare gli effetti dannosi della competizione tra grandi potenze.
Nonostante le loro traiettorie storiche nettamente distinte, l'Indonesia e l'Unione Europea incarnano similmente il concetto di 'potenza media'. Ciò perché, da un lato, non sono abbastanza potenti da essere considerate 'grandi', ma dall'altro, non sono neanche abbastanza insignificanti da essere considerate 'minori' (Murray, 2013, p. 90). Inoltre, l'UE e l'Indonesia possono essere definite potenze medie in virtù delle loro vaste risorse e della loro posizione strategica sulla scena mondiale. In tempo di pace, questo incentiva le grandi potenze a cercare il loro sostegno, mentre in tempo di guerra, questo consente all'UE e all'Indonesia di infliggere loro elevati costi economici e politici (Urbanovska et al., 2019). Entrambe possono essere descritte come potenze medie anche in virtù del loro sostegno alla governance globale. Infatti, i canali multilaterali consentono loro di avere una voce più forte a livello internazionale e riducono la capacità delle grandi potenze di dominare a livello decisionale (Oosterveld & Torossian, 2019). Un'ultima importante caratteristica condivisa dall'UE e dall'Indonesia è che entrambe si trovano in aree geopolitiche contese (Chivvis et al., 2023), dove la competizione tra gli Stati Uniti e la Cina si sta svolgendo in modi esplicitamente violenti (Ucraina e Russia) o potenzialmente bellici (Taiwan e Cina). Pertanto, entrambe comprendono profondamente la necessità di pace e sicurezza internazionale.
Anche se le due entità politiche sono separate da migliaia di chilometri, entrambe incarnano il valore politico fondamentale dell'‘unità nella diversità’, presente nei rispettivi motti nazionali: per l'Indonesia, nel suo Bhinneka Tunggal Ika, il quale significa “È diverso, [ma] è uno”; per l'UE, nel suo In veritate concordia, il cui significato è “Nella varietà, l'armonia” (Sauvignon, 2024). Questo motto non solo sottolinea l'affinità normativa tra i due attori, ma illumina anche la loro simile struttura politica.
Infatti, mentre ci si può aspettare un certo livello di varietà in un'unione economica di 27 Stati sovrani, questa varietà è altrettanto presente nello Stato unificato dell'Indonesia: il paese rappresenta il più grande arcipelago al mondo, inabitato da oltre 300 distinti gruppi etnici (Laksmana, 2011). Inoltre, l'Indonesia è anche il quarto paese più popoloso al mondo (Hoenig, 2024), diventando così la terza più grande democrazia (Fitriani, 2022). Infine, l'Indonesia è il paese con la più grande popolazione musulmana al mondo (Sauvignon, 2024), rendendo la cooperazione con esso diplomaticamente vantaggiosa per l'Europa. Forti relazioni bilaterali con l'Indonesia dimostrerebbero che l'Islam può essere praticato pacificamente e coesistere con pratiche democratiche, non dovendo per forza interferire nelle relazioni economiche con potenze occidentali.
Nonostante queste impressionanti caratteristiche, l'Indonesia è anche una preziosa fonte di materie prime, come rame, gomma e stagno. In termini di importanza strategica, tuttavia, nessuna di queste è cruciale quanto il nichel. Il paese è infatti sede delle più grandi riserve di nichel al mondo, possedendo circa il 22% delle riserve globali del materiale, equivalenti a 1,5 miliardi di tonnellate (Ahmed & Erwin, 2022). Il nichel è principalmente utilizzato per la produzione di acciaio inossidabile, un materiale necessario per ogni tipo di utensile da cucina; ma soprattutto, è un componente essenziale nella produzione di batterie per veicoli elettrici (EV) (Ahmed & Erwin, 2022). Date le enormi implicazioni che l'industria EV avrà nella transizione energetica, questa risorsa rende l'Indonesia un importante partner economico per l'UE. L'Unione potrebbe ricoprire il ruolo di partner strategico come gli Stati Uniti e la Cina, potendo però permettersi di evitare un comportamento coercitivo (Chivvis et al., 2023). Avere una partnership rafforzata con l'economia più grande del Sud-est Asiatico (Loss, 2024) si dimostrerebbe ulteriormente vantaggioso per l’Unione Europea.
Essendo situata nel cuore dell'Indo-Pacifico, l’Indonesia rappresenta anche un alleato altamente strategico per l'UE. La Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) afferma infatti che circa l'80% del commercio mondiale in termini di volume e il 70% in termini di valore viene trasportato via mare (ChinaPower, 2016). Di tale volume, il 60% di tutto il commercio marittimo passa attraverso il Mar Cinese Meridionale, le cui acque sono particolarmente critiche per le economie globali e avanzate dell'Indo- Pacifico (Cina, India, Corea del Sud, Giappone, Taiwan). A loro volta, tutti questi paesi dipendono dallo Stretto di Malacca, in Indonesia, per il trasporto delle loro merci dal Pacifico all'Oceano Indiano. Solo nel 2016, il commercio globale che attraversava lo Stretto di Malacca ed entrava nel Mar Cinese Meridionale ammontava a un’ingente somma di 3,37 miliardi di dollari (ChinaPower, 2016). Inoltre, nel caso di una probabile invasione cinese di Taiwan, sarebbero necessari forti legami con l'Indonesia per poter proiettare potenza navale Europea nel Mar Cinese Meridionale o nello Stretto di Taiwan (Chivvis et al., 2023).
Nell’ambito commerciale, l'UE e l'Indonesia potrebbero collaborare maggiormente per evitare la creazione di blocchi commerciali nel contesto della rivalità tra Stati Uniti e Cina. L'UE potrebbe offrire tecnologie avanzata in cambio di materie prime Indonesiane come il nichel, investendo però nella lavorazione del materiale per beneficiare l'economia dell'Indonesia (Loss, 2024). Inoltre, aiutare l'Indonesia nella decarbonizzazione di queste industrie distinguerebbe l'Europa dalla Cina, che nelle sue partnership economiche prioritizza invece l'estrazione senza considerare i costi ambientali o sociali.
Nella sicurezza, l'UE dovrebbe promuovere una presenza navale più forte nell'Indo- Pacifico, collaborando con l'Indonesia per combattere il terrorismo e la pirateria. Quest’ultima è infatti aumentata del 41% nello Stretto di Malacca 41% nel corso del 2023, complicando la navigazione e interrompendo il commercio marittimo (Pitakdumrongkit, 2023). Una forza antipirateria congiunta UE-Indonesia potrebbe rafforzare le relazioni marittime, importanti per mantenere una presenza navale forte e stabile nello Stretto di Malacca e nello Stretto di Taiwan.
Nella diplomazia, la collaborazione UE-Indonesia attraverso l'ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico) potrebbe rafforzare l'ordine mondiale multilaterale. Un maggiore coinvolgimento nei forum internazionali può infatti migliorare l'immagine dell'UE nel Sud Globale e sostenere i principi di autonomia dell'Indonesia, la quale si considera un paese neutrale. Il modello di integrazione socioculturale dell'ASEAN potrebbe informare l'approccio dell'UE, mentre l'UE potrebbe fornire orientamento economico mentre l'ASEAN tenta di spostarsi verso un mercato unico integrato (Chevvis et al., 2023).
Unity in Diversity:
Indonesia and the European Union
By Giulio Damiani
April 30th, 2024
Reading time: 7 minutes
The increasingly tense relationship between the People's Republic of China and the United States of America is creating a polarized and unstable global economy, characterized by the emergence of fragmented trading blocs (Donnan et al., 2023). This new international configuration is driven by the need to limit the security-related vulnerabilities arising from the economic interdependence between the two powers (Farrell & Newman, 2023). By relocating strategic industries away from each other and restricting the export of sensitive technologies (Benson & Sicilia, 2023), the two superpowers are contributing to the rapid fragmentation of today's multilateral world order (Donnan et al., 2023).
The concept of 'de-risking' makes sense for the world's two most powerful countries. Their primary fear is that increased globalization might indirectly strengthen their rival's military and economy, jeopardizing their roles as global hegemons (Benson & Sicilia, 2023). However, for middle powers caught between the two ends of this strategic rivalry, the benefits of 'de-risking' are not outweighed by its costs. Political entities such as the EU, together with emerging powers like Indonesia, are guided by vastly different ambitions in the international arena. Due to their smaller militaries and weaker geopolitical influence, prosperity for the EU and Indonesia is primarily associated with an open global economy, where disputes can be peacefully resolved through global institutions and transaction costs can be considerably reduced through international trade (Ikenberry, 2020).
Despite their markedly different historical trajectories, Indonesia and the European Union equally embody the concept of 'middle power'. This is because they are not quite powerful enough to be considered 'great', yet not insignificant enough to be considered 'minor' (Murray, 2013, p. 90). Furthermore, the EU and Indonesia can be defined as middle powers due to their abundant resources and strategic positions on the world stage. In peacetime, this incentivizes great powers to seek their support, while in wartime, it enables the EU and Indonesia to impose economic and political costs on them (Urbanovska et al., 2019). Finally, both entities can be described as middle powers because of their support for global governance. Indeed, multilateral channels allow them to have a stronger voice internationally and reduce the ability of great powers to dominate at the global decision- making level (Oosterveld & Torossian, 2019). Another common feature shared by the EU and Indonesia is that both are located in contentious geopolitical locations (Chivvis et al., 2023), where great power competition between the US and China is actively playing out in either explicitly violent (Ukraine and Russia) or potentially belligerent (Taiwan and China) ways. Thus, each of them deeply understands the need for international peace and security.
Even though the two entities are separated by thousands of kilometers, both embody the fundamental political value of 'unity in diversity', present in their respective national mottos: for Indonesia, in its Bhinneka Tunggal Ika, meaning "It is different, [yet] it is one"; for the EU, in its In veritate concordia, meaning "In variety, harmony" (Sauvignon, 2024). This motto not only underscores normative affinity between the two actors, but also elucidates their similar political structure.
Indeed, while a certain level of variety can be expected in an economic union of 27 sovereign states, it is equally present in the unified state of Indonesia: the country represents the largest archipelago in the world, inhabited by over 300 distinct ethnic groups (Laksmana, 2011). Additionally, Indonesia is the fourth most populous country in the world (Hoenig, 2024), making it the third largest democracy (Fitriani, 2022). Finally, Indonesia is the country with the world's largest Muslim population (Sauvignon, 2024),
making cooperation with it diplomatically advantageous for Europe. Strong bilateral relations with Indonesia would demonstrate that Islam can be practiced peacefully and coexist with democratic practices, without necessarily interfering in economic relations with Western powers.
Despite these impressive characteristics, Indonesia is also a valuable source of raw materials, such as copper, rubber, and tin. However, none of these is as crucial as nickel. The country is home to the world's largest nickel reserves, owning around 22% of the material's global shares, or 1.5 billion tonnes (Ahmed & Erwin, 2022). Nickel is primarily used for the production of stainless steel, a material necessary for various kitchen utensils, and most importantly, it is an essential component in the production of electric vehicle (EV) batteries (Ahmed & Erwin, 2022). Given the significant implications that the EV industry will have on the energy transition, this resource makes Indonesia an important economic partner for the EU. The Union could play the role of a strategic partner like the US and China but could avoid their coercive behavior (Chivvis et al., 2023). Having a strong partnership with the largest economy in Southeast Asia (Loss, 2024) would thus be extremely advantageous for the European Union.
Finally, being located in the heart of the Indo-Pacific, Indonesia represents a highly strategic ally for the EU. The United Nations Conference on Trade and Development (UNCTAD) states that approximately 80% of global trade by volume and 70% by value is transported through sea (ChinaPower, 2016). Of this volume, 60% of all maritime trade passes through the South China Sea, whose waters are particularly critical for the advanced global economies of the Indo-Pacific (China, India, South Korea, Japan, Taiwan). In turn, all these countries rely on the Strait of Malacca, in Indonesia, for the transport of their goods from the Pacific to the Indian Ocean. As of 2016, global trade passing through the Strait of Malacca and into the South China Sea amounted to a staggering $3.37 trillion (ChinaPower, 2016). Moreover, in the event of a potential Chinese invasion of Taiwan, strong and friendly ties with Indonesia would be necessary to project naval power into the South China Sea or the Taiwan Strait (Chivvis et al., 2023).
In terms of trade, the EU and Indonesia could collaborate further to avoid the formation of trade blocs amid the rivalry between the United States and China. The EU could offer advanced technology in exchange for Indonesian raw materials like nickel but should also invest in processing these materials to benefit Indonesia's economy (Loss, 2024). Additionally, assisting Indonesia in decarbonizing these industries would distinguish Europe from China, which prioritizes extraction without considering environmental or social costs.
In security, the EU should advocate for a stronger naval presence in the Indo-Pacific, collaborating with Indonesia to combat piracy and terrorism. In fact, piracy in the Strait of Malacca increased by 41% in 2023, complicating navigation and disrupting maritime trade (Pitakdumrongkit, 2023). A joint EU-Indonesia anti-piracy force could strengthen maritime relations, crucial for European power projection in the Strait of Malacca and Taiwan Strait.
In diplomacy, EU-Indonesia collaboration through the Association of Southeast Asian Nations (ASEAN) could bolster the multilateral world order. Increased engagement in international forums can enhance the EU's image in the Global South and support Indonesia's principles of autonomy, given its neutrality. The ASEAN model of sociocultural management could inform the EU's approach, while the EU could provide economic guidance as ASEAN strives towards a single integrated market (Chivvis et al., 2023).
Ahmed, A., Merwin, M. (2022, November 19). Indonesia’s Nickel Export Ban. The National Bureau of Asian Research.
https://www.nbr.org/publication/indonesias-nickel-export-ban-impacts-on-supply-chains-and-the-energy-transition/
Benson, E., Sicilia, G. (2023, December 20). A Closer Look at De-risking. Center for Strategic and International Studies. https://www.csis.org/analysis/closer-look-de-risking
ChinaPower. (2016). How Much Trade Transits the South China Sea? Center for Strategic and International Studies. https://chinapower.csis.org/much-trade-transits-south-china-sea/
Chivvis, S., C., Noor, E., Geaghan-Breiner, B. (2023). Indonesia in the Emerging World Order. Carnegie Endowment for International Peace. https://carnegieendowment.org/2023/11/09/indonesia-in-emerging-world-order-pub-90966
Donnan, S., Curran, E., and Cousin, M. (2023, September 18). The Global Economy Enters an Era of Upheaval. Bloomberg. https://www.bloomberg.com/graphics/2023- geopolitical-investments-economic-shift/.
Farrell, H., Newman, A. (2023). The New Economic Security State: How De-risking Will Remake Geopolitics. Foreign Affairs, 102(6), pp. 106-22.
Fitriani, E. (2022). Indonesia: Hoping for More Active EU Relations. In Balfour, R., Bomassi L., Martinelli, M. The Southern Mirror: Reflections on Europe From the Global South (pp. 31- 39). Carnegie Europe – Carnegie Endowment for International Peace. https://carnegieeurope.eu/2022/06/29/indonesia-hoping-for-more-active-eu-relations-pub87309#:~:text=Therefore%2C%20it%20will%20be%20important,than%20through%20cond emnation%20and%20sanctions.
Hoenig, A. (2024). Fresh Wind or Business as Usual: What the Indonesian Elections Mean for Dutch- Indonesian Relations. The Hague Center for Strategic Studies. https://hcss.nl/wp-content/uploads/2024/02/Snapshot-Alisa-Indonesian-Elections1.pdf
Ikenberry, G. J. (2020). A World Safe for Democracy: Liberal Internationalism and the Crises of Global Order. New Haven: Yale University Press.
Umar, M., R., A, Saggar, R. (2023). What is Indonesia's vision for the International Order? Chatham House. https://www.chathamhouse.org/2023/07/what-indonesias-vision-international-order
Urbanovska, J., Brajerčíková, S., Kříž, Z. (2019). The Middle Power Concept: Presenting a Complex Approach. Journal for Political Sciences. http://doi.org/10.24040/politickevedy.2019.22.4.33-56
Kinseng, A., R. Unraveling disputes between Indonesia and the EU on Indonesian palm oil: from environmental issues to national dignity. Sustainability: Science, Practice and Policy.https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/15487733.2022.2152626
Laksmana, A., E. (2011). The enduring strategic trinity: explaining Indonesia’s geopolitical architecture. Journal of the Indian Ocean Region, 7(1), pp. 95-116. https://static1.squarespace.com/static/57e3c9e1d1758e2877e03ba5/t/5b413e7d70a6ad05d05 88d10/1531002494491/JIOR+-+Indonesia+Geopolitical+Architecture.pdf
Loss, R. (2024). Multilateral Matchmaker: Exploring Europe's Potential Partners: Indonesia. European Council on Foreign Relations. https://ecfr.eu/special/multilateral-matchmaker/#country-indonesia
Murray, R., W. (2013). Middlepowermanship and Canadian Grand Strategy in the 21st Century. Seton Hall Journal of Diplomacy and International Relations, pp. 89-99.
Oosterveld, W., Torossian, B. (2019). A Balancing Act: The Role of Middle Powers in Contemporary Diplomacy. Strategic Monitor 2018-2019. https://hcss.nl/pub/2018/strategic-monitor-2018-2019/a-balancing-act/
Sauvignon, F. (2024). It’s time for the EU to make a (bilateral) move on Indonesia. Centre for European Policy Studies. https://www.ceps.eu/its-time-for-the-eu-to-make-a-bilateral-move-on-indonesia/
Giulio Damiani è uno studente master in Relazioni Internazionali e Diplomazia all’Università di Leiden. Ha vissuto a Washington D.C. per sei mesi, studiando principalmente processi di conflitto e storia Americana. Al momento, lavora come assistente e ricercatore a The Hague Center for Strategic Studies, un think tank olandese specializzato nella consulenza strategica e nella sicurezza internazionale. Il suo principale interesse accademico riguarda la competizione geopolitica tra gli stati uniti e la repubblica popolare cinese, nell’ambito della transiziona energetica, climatica e tecnologica. Altri suoi interessi sono l’America Latina, la politica estera Europea, e la geo-economia.